lunedì 30 dicembre 2013

GOG

Un raro pittogramma che raffigura il pianeta colonia WRSW334 durante l'evacuazione del Complesso 88 (cfr. "Bellum Sextio-Novalis" pp. 18.665 - 55.364). Sulla destra dell'immagine il Cavaliere di Titano Gregorius Oden-Gemmel, nome da combattimento: GOG, in un esoscheletro marsupiale di tipo "Cavaliere della Maestà". I Cavalieri di Titano parteciparono all'operazione in modo molto marginale ma l'impiego dei Cavalieri della Maestà lasciò parecchi interrogativi sulle reali motivazioni della presenza dei Titanidi su WRSW334. 

sabato 28 dicembre 2013

Thermae Eleniane

Il calidarium era deserto a quell’ora. I patrizi delle Scholae Bellorum preferivano arrivare in massa nella tarda serata, dopo gli allenamenti o lo studio, riempiendo le sale termali di schiamazzi e battute a sfondo sessuale. Rufo preferiva la solitudine del primo pomeriggio.
I tecnoservitori lo seguirono nello spogliatoio, tra i vapori, con il loro ronzio appena sopra la soglia uditiva. Si spogliò e fu inondato di unguenti vaporizzati misti ad essenze mentre il suo t-segretario personale, Kaiser, riponeva le armi e la divisa nelle nicchie apposite. Nell’acqua, una figura giaceva immobile con gli occhi chiusi, aveva la testa reclinata sul bordo di marmo della vasca e le braccia allargate, in una sorta di crocifissione beata. Rufo entrò nell’acqua lentamente e si avvicinò all’uomo.
“Quinto Saverio Cecina, credevamo fossi morto, abbiamo anche brindato alla tua memoria…”.
L’uomo rimase immobile, senza aprire gli occhi.
“Iuno Septimio Rufo, che ci fai così presto alle terme?”
Rufo sorrise e un tecnoservitore si bloccò alle loro spalle.
“A quest’ora le terme sono piacevoli, nel silenzio i pensieri possono liberarsi e il corpo…”
“Sempre filosofo eh? Dovresti concederti di più al divertimento, Rufo, la morte potrebbe coglierci in qualsiasi momento, anche qui a mollo.”
Rufo si spruzzò dell’acqua sul viso mentre il tecnoservitore, non avendo ricevuto ordini, sparì in una nicchia del muro.
“Sei tu che fai il filosofo, ora.”
Cecina s’immerse e ricomparve poco più in là.
“Quando hanno colpito il nostro Val, sono riuscito ad assicurarmi al mio posto. Gli alberi hanno frenato la caduta e me la sono cavata con una spalla indolenzita.”
“La squadra?”
“Ho perso Marco e Vareno colpiti dalla contraerea e Tullio nell’impatto. A terra abbiamo fatto appena in tempo a perimetrare prima che i pelleverde arrivassero. Erano parecchi e avanzavano facendosi ammazzare senza preoccuparsi, come fanno quando sono posseduti dal loro dio storto. Quando sembrava che volessero ritirarsi, è arrivato un dentesferis, un mercenario sicuramente, ha ucciso Vibio e Suterio con un’ascia grossa come un tavolo e mi si è avventato contro. Gli ho scaricato sulla faccia la mia 997 ma è riuscito a colpirmi prima che la testa vaporizzasse.”
“Non è arrivata nessuna squadra di recupero?”
“A leggere il rapporto ci hanno trovato i Nepesini del Quarantacinquesimo: io, Cassio minore, Pullo e il pilota, l’unico ancora reattivo al cento per cento, gli altri tutti morti.”
L’uomo s’immerse di nuovo e rimase sott’acqua per un paio di minuti, poi riuscì fuori sputando l’acqua calda con un lungo getto. Rufo lo fissava pensieroso.
“La missione, com’è andata?”
“Bene: ventisette Val su trentacinque sono arrivati sull’obiettivo e le difese antisbarco dei pelleverde sono state disattivate. A quest’ora le prime legioni dovrebbero aver già messo piede su Sentina XVII. Io mi farò un paio di settimane di ripristino organico, poi tornerò su Sentina.”
“Probabilmente ci rivedremo, sono stato assegnato a Sena Ultima, tra una settimana la mia decuria sarà operativa.”
L’uomo chiamò e un tecnoservitore comparve in un attimo, facendo cadere in acqua un’imbragatura. Cecina si assicurò e il t-servo lo issò fuori dalla vasca. Rufo vide che l’uomo era privo delle gambe e al posto dei genitali e dell’addome spiccavano i grovigli scuri degli impianti biorigeneranti per l’innesto di protesi. Cecina notò lo sguardo di Rufo e sorrise.
“Mi hanno promesso due gambe in polipolar e un uccello nuovo ad alta sensibilità, dicono che sia meglio di quello vero, staremo a vedere. Ad maiora, Rufo.”
“Ad maiora, Quinto Saverio Cecina.”
Rufo s’immerse e quando riemerse sputò un lungo getto d’acqua calda. Il saporaccio che sentiva in bocca rimase.

Guardia Imperiale

Foto di gruppo in ospedale. Sentina XVII, Castra Eboricana. Tutti i militi hanno un'espressione divertita, sarà l'aria di Sentina.

giovedì 26 dicembre 2013

Sugli Araldi (di F.C.)

La piccola sala era illuminata da un anello di Candele Benevole, candele che bruciavano una cera santificata mischiata al grasso di legioni di eretici che erano stati accolti nelle braccia amorevoli dell'Inquisizione e purificati nel corpo e nell'anima dalle fiamme dei Fuochi Ecatombali.
Il tecnoservitore Tummis attendeva sul podio declamatorio il permesso del Consiglio alla lettura del rotolo che le sue manine metalliche tenevano con estrema grazia. L'Inquisitore Varo sedeva in disparte; indossava la termo-toga laticlavia da cerimonia e la sua espressione era dura e sprezzante. Il dibattimento sul capitolo degli Astartes denominato "Araldi" andava avanti da molto tempo e le due grandi fazioni inquisitoriali, i puritani e i radicali, si scontravano ferocemente per imporre la loro idea di eresia. Il Magister Consilium alzò gli occhi dal pad che stava consultando e incrociò lo sguardo di Varo.
"Riceviamo e ascoltiamo l'epistola del Magister Bradigius."
Il tecnoservitore Tummis regolò i sensori di lettura mentre le sue ventole aumentavano la velocità di rotazione.
"Estratto 2566. L’aspetto degli Adepti Astartes del capitolo degli Araldi può ricordare quello dei Cavalieri Grigi e tale somiglianza deriva dal fatto che il Capitolo è stato fondato per volontà dell’Inquisizione al fine di diventare il braccio armato dell’Ordo Xeno, così come i Cavalieri Grigi lo sono per l’Ordo Malleus. Nel tempo però il Capitolo ha acquisito una vera e propria autonomia, che ha portato ad una frattura con l’Inquisizione che non ha potuto, per il momento, agire apertamente nei confronti di quella che ai propri occhi è stata una vera e propria “ribellione”.
"Estratto 28771a. L’armatura potenziata degli Araldi è color acciaio con riflessi bluastri, con spallacci bianchi bordati di un rosso scuro. Così come prescritto dal Codex sullo spallaccio destro viene indicato il numero di squadra, ma senza però alcuna indicazione di specializzazione: tattica, assaltatrice o devastatrice mentre sullo spallaccio sinistro viene esibita l’insegna capitolare rappresentata da una Croce di color rosso scuro con al centro un teschio normalmente color oro. Estremamente comuni sono le personalizzazioni della croce che può essere rappresentata senza teschio, con cartigli e di colore diverso rispetto all’insegna standard. I veterani, quando equipaggiati con armature potenziate, ostentano al posto del numero di squadra una Crux Terminator in oro, come pure in color oro è l’elmetto modello crociato Il colore oro è infatti un aspetto distintivo del Capitolo e sulle armature potenziate non è raro notare parti colorate in oro in segno di onorificenza per atti di eroismo passati. I sergenti hanno come prescritto dal Codex l’elmetto di colore rosso con una striscia bianca al centro ed indossano inoltre un tabarro, distintivo del rango, usualmente di colore rosso. Sulla ginocchiera destra è rappresentata l’insegna della Crociata a cui il confratello appartiene e proprio questo aspetto sta portato ad indagini approfondite da parte dell’Inquisizione: inizialmente infatti si pensava che l’insegna fosse rappresentativa della Compagnia, ma ciò risulta palesemente in contrasto con il fatto che i numeri di squadra sullo spallaccio non vanno unicamente da I a X come prescritto dal Codex Astartes, ma esistono testimonianze che affermano che le squadre all’interno della compagnia siano almeno 20. Sembrerebbe inoltre che anche i Veterani sia in armatura potenziata che in armatura Terminatores ostentino sulla ginocchiera destra la stessa araldica dei confratelli in armatura potenziata aumentando ancora il già considerevole numero degli effettivi".
Varo osservò l'insofferenza del Magister Consilium rivelarsi in un cambio di posizione sullo scranno. Era da parecchio che il vecchio Magister  cercava di far dichiarare gli Araldi eretici ma la sua linea era avversata anche da parecchi altri inquisitori della sua stessa corrente, un puritanesimo intransigente e incapace di una visione più ampia di quella che doveva essere, secondo Varo, la lotta all'eresia. Mentre i poteri perniciosi divoravano pianeti e assorbivano miliardi di anime l'Inquisizione dibatteva sul colore degli spallacci o sui fregi che gli Astartes potevano o non potevano indossare. Per cercare di mantenere buoni rapporti col Capitolo che comunque continuava a perseguire gli obiettivi assegnati dall’Ordo Xeno, anche se con una libertà di manovra talvolta al limite del tollerabile, Varo e la sua congrega radicale accettavano, anche se con qualche riserva, le libertà con cui gli Araldi fregiavano le loro Armature Potenziate. Il tecnoservitore descriveva minuziosamente le motivazioni per cui, anche se l’insegna sulla ginocchiera fosse rappresentativa di una Crociata specifica e pertanto comune a tutti i confratelli, anche di varie compagnie raggruppate sotto un unico comando, come accadeva per i Templari Neri o altri “Capitoli Crociati”, e questo dava motivo ai puritani di affermare invece che gli Araldi, anche se non era possibile stimarne l’esatto numero, stessero ricostituendo una Legione in barba ai dettami di Guilliman e dei Sommi Signori della Terra e sarebbero dovuti essere perseguitati e distrutti al pari degli Artigli Astrali con l’accusa di Legionismo.
Legionismo, argomento delicato.
Il Magister Consilium chiese la parola.
"Aggiorno la seduta affinché il Consiglio possa deliberare sulle nuove informazioni di cui è venuto a conoscenza in data odierna. I Fratelli Inquisitori saranno avvisati su quando avverrà il prossimo dibattimento. Dichiaro la seduta chiusa".
Mentre le lente figure togate erano ancora intente ad abbandonare la sala, seguiti da uno stuolo di tecnoservitori e servoteschi, Varo era già in comunicazione col suo primo pilota Cassius.
"Prepara l'Arvus, Cassius, piano di volo: da Palazzo Inquisitorio Crisoelefantino a Thermae Eleniane.
Dall'altra parte della città di Leptis Magna, nel calidarium delle opulente e raffinate Thermae Eleniane, il Maestro Capitolare degli Araldi, il comandante Tchesco Kosent, sedeva immobile tra i vapori aromatizzati in attesa dell'Inquisitore.

domenica 22 dicembre 2013

Publius Quintilius Varo

L'uomo sedeva nervoso e con lo sguardo vagava da un angolo all'altro del piccolo cubicolo poco illuminato.
"Fersennius Decominius, hai altro da aggiungere?"
"No... ho detto tutto..."
L'Inquisitore Varo si voltò verso il servitore che attendeva silenzioso nella penombra.
"Tigellus, leggi al diffamato la procedura".
Un ronzio di piccole ventole attirò per un istante l'attenzione dell'uomo seduto. Le sinapsi psicosaldate si surriscaldavano velocemente e dovevano essere costantemente tenute a temperatura accettabile per far rimanere operativi i servitori. Una lenta voce metallica iniziò a salmodiare.
"Si tortura l'accusato che vacilla nelle risposte, affermando ora una cosa, ora il contrario, ma sempre negando i capi d'accusa più importanti. Si presume in questo caso che l'accusato nasconda la verità e che, pungolato dagli interrogatori, si contraddica. Se negasse una volta, poi confessasse e si pentisse, non sarebbe considerato un “vacillante” ma come “eretico penitente” e verrebbe condannato."
Varo sorrise a Decominius inclinando leggermente la testa.
"Fersennius Decominius, hai altro da aggiungere?"
L'uomo fissava paralizzato la faccia benevola dell'Inquisitore.
"To... tortura? Mi torturate? Ma vi ho detto tutto quello che sapevo... vi imploro, Inquisitore, vi ho detto tutto quello che sapevo..."
"Con questa ultima affermazione dichiaro concluso l'interrogatorio".
Varo uscì dal cubicolo lasciando dietro di sé l'uomo implorante. L'enorme capride che attendeva immobile nel corridoio si mosse al cenno dell'Inquisitore ed entrò nel cubicolo chiudendo la porta alle sue spalle.
"Tigellus, il prossimo?"
"Verulio Meccedas, è accusato di copulare con effigi e feticci raffiguranti la progenie immonda. E' stato denunciato dalla donna con cui divide un loculo abitativo di terzo livello".
"Fai strada".

giovedì 19 dicembre 2013

Combattere il Caos

Eeeeeeh 'l uorammer 'l uorammer, 'l uorammer l'è belo l'è belo, basta averci 'lo scudo tempesta, che ripara la testa, ed è un giorno di festaaaaaa!

mercoledì 18 dicembre 2013

Sentinel

Poi si è scassato e me so' fatto il maremmano.

Il X MAS

Il X° MAS è un unità di ogri caratterizzata da un'armatura che ricorda la lorica segmentata delle legioni, uno scudo rettangolare usato anche come arma da corpo a corpo e un MTR 9000 in versioni MAS 32 e MAS 38. Inoltre, per tradizione (sic), l'unità è comandata da in Decurio Ogri, accompagnato da un Optio e da un Signifer. Il Buccinator viene sostituito da un ogre urlatore che sembra faccia rimpiangere trombe e tamburi.
La truppa basica è stata ricavata da un corpo di ogre sul quale è stata costruita una lorica in plastica rifinita in materiaverde. Dopodichè si è provveduto a stampare il corpo in due metà. Sullo stampo sono state montate le teste in plastica. mani e armi modificate.
Ausiliario

Musico

Signifer

Decurio Ogri
Optio
In attesa dell'acrilico
L'unità finita, in un tenero contesto agreste.


lunedì 16 dicembre 2013

Pvblivs Qvintilivs Varo

"Avvolti in quella nebbia sporca e maleodorante, con i sensi allertati e le armi assetate di punizione, attraversavamo la selva lenti e determinati. L'alito disgustoso della progenie malefica oscurava i sensi e metteva a dura prova i recettori sinaptici dei miei tecnoservitori capridi. Quando i servoteschi che monitoravano l'area hanno smesso di trasmettere ho compreso che il Nemico si stava palesando. Il disgusto per la vicinanza dei figli della corruzione si è così tramutato in una santa furia purificatrice e le corazze benedette dei Cavalieri di Titano hanno iniziato il loro raccolto di distruzione e annichilimento".
L'Inquisitore Varo sorseggiò lentamente il Contorto di Verulamium vecchio di seicento anni con gli occhi socchiusi. Lo scrivano attendeva immobile ai suoi piedi. Un Putto Vizioso gli porse una lunga stecca di Foglia Canapina Extraforte già accesa e si ritirò nella penombra della sala. Dopo una lunga boccata che riempì l'aria del tipico fumo oleoso e grasso della Canapina, l'Inquisitore Varo congedò con uno sguardo lo scrivano.
"Fai preparare la Sala dei Rancori e comunica al Maestro Penitente che questa notte avrò bisogno dei suoi servizi. Devo espiare e purificarmi a maggior gloria dell'Imperatore".

Mentre un'ancella lo svestiva,  sentiva già su di sé le lame roventi e le punte acide del Maestro Penitente lacerargli la carne per mondarlo, ed ebbe un brivido di oscuro piacere.

domenica 15 dicembre 2013

Cenni sulla catalogazione dei Subumani

Subumano: agg. si dice di condizione (fisica, morale, materiale e simile) inferiore a quella che si ritiene propria degli esseri umani.
I Subumani, da non confondersi con gli xenomorfi che nulla c'entrano con la razza umana, sono tutte quelle varianti a genoma umano che per svariati motivi vengono create, riprodotte e usate nel sistema Rev39.
La catalogazione numerica che segue l'appellativo "Subumano", o più spesso "Sub" è composta da due numeri. Il primo indica la posizione morfologica rispetto al tipo umano:
1 per le morfologie minori (Ratti di Sentina XVII, Mezziuomini di Balagueres, Crionani di Varedunum)
2 per le morfologie paritarie (Capridi di Pollux 3, Ghiandolati di Besezia, Afrieliti di Gerenmiomum)
3 per le maggiori (Ogri di Revantina 39, Minotauri di Cnosso47)
4 per le fuori scala (Ghigoi di Saturno 8, Ecatonchiri di Lametia Thermae)
Il secondo numero indica la purezza della mutazione riferita al Canone Mutationes e va da un minimo di 1 per le mutazioni "pure" ossia aderenti al canone, ad un massimo di 9 per quelle più difformi.

Vecchie glorie II

Severinus Aurelius Aenobarbus, decurione della VII ala ferrea "Valeria Victrix". Vincitore dei Serinni su Sena Ultima e Sena Citerior. Attualmente governatore di Sena Circularis.

Vecchie glorie

Il decurio Lucius Tellus Popilius, fotografato a bordo del LRSS "Lacrimosa", prima della campagna contro i ribelli di Savus V. Corona d'alloro e menzione in marmo nel Templum Bellorum di Leptis Magna.

A proposito della Labrys Revantina

Il simbolo di Revantina XXXIX è la famosa Labrys Revantina o Bipennis Revantina. Cosa simboleggia? Nessuno degli innumerevoli significati che la labrys ha assunto nei millenni, da Dea Madre a Martello di Sigmar, da labirinto mistico a focaccia di Titano. Il cerchio grande è la raffigurazione di Revantina XXXIX, il pianeta capitale del sistema mentre i due cerchi interni sono rispettivamente Rev 58777 e Rev 46558, altresì conosciuti come Castor VII, quello sopra, e Pollux X, quello sotto. Il sistema Revan H501K comprende naturalmente altri pianeti, planetoidi, asteroidi e breccolame vario, oltre a diversi manufatti umani quali stazioni e fortificazioni orbitanti. I colori sono il nero, il rosso e il bianco, rispettivamente il colore dell'Ordo Senatorius, Ordo Legionis e Ordo Pontificalis.