giovedì 26 dicembre 2013

Sugli Araldi (di F.C.)

La piccola sala era illuminata da un anello di Candele Benevole, candele che bruciavano una cera santificata mischiata al grasso di legioni di eretici che erano stati accolti nelle braccia amorevoli dell'Inquisizione e purificati nel corpo e nell'anima dalle fiamme dei Fuochi Ecatombali.
Il tecnoservitore Tummis attendeva sul podio declamatorio il permesso del Consiglio alla lettura del rotolo che le sue manine metalliche tenevano con estrema grazia. L'Inquisitore Varo sedeva in disparte; indossava la termo-toga laticlavia da cerimonia e la sua espressione era dura e sprezzante. Il dibattimento sul capitolo degli Astartes denominato "Araldi" andava avanti da molto tempo e le due grandi fazioni inquisitoriali, i puritani e i radicali, si scontravano ferocemente per imporre la loro idea di eresia. Il Magister Consilium alzò gli occhi dal pad che stava consultando e incrociò lo sguardo di Varo.
"Riceviamo e ascoltiamo l'epistola del Magister Bradigius."
Il tecnoservitore Tummis regolò i sensori di lettura mentre le sue ventole aumentavano la velocità di rotazione.
"Estratto 2566. L’aspetto degli Adepti Astartes del capitolo degli Araldi può ricordare quello dei Cavalieri Grigi e tale somiglianza deriva dal fatto che il Capitolo è stato fondato per volontà dell’Inquisizione al fine di diventare il braccio armato dell’Ordo Xeno, così come i Cavalieri Grigi lo sono per l’Ordo Malleus. Nel tempo però il Capitolo ha acquisito una vera e propria autonomia, che ha portato ad una frattura con l’Inquisizione che non ha potuto, per il momento, agire apertamente nei confronti di quella che ai propri occhi è stata una vera e propria “ribellione”.
"Estratto 28771a. L’armatura potenziata degli Araldi è color acciaio con riflessi bluastri, con spallacci bianchi bordati di un rosso scuro. Così come prescritto dal Codex sullo spallaccio destro viene indicato il numero di squadra, ma senza però alcuna indicazione di specializzazione: tattica, assaltatrice o devastatrice mentre sullo spallaccio sinistro viene esibita l’insegna capitolare rappresentata da una Croce di color rosso scuro con al centro un teschio normalmente color oro. Estremamente comuni sono le personalizzazioni della croce che può essere rappresentata senza teschio, con cartigli e di colore diverso rispetto all’insegna standard. I veterani, quando equipaggiati con armature potenziate, ostentano al posto del numero di squadra una Crux Terminator in oro, come pure in color oro è l’elmetto modello crociato Il colore oro è infatti un aspetto distintivo del Capitolo e sulle armature potenziate non è raro notare parti colorate in oro in segno di onorificenza per atti di eroismo passati. I sergenti hanno come prescritto dal Codex l’elmetto di colore rosso con una striscia bianca al centro ed indossano inoltre un tabarro, distintivo del rango, usualmente di colore rosso. Sulla ginocchiera destra è rappresentata l’insegna della Crociata a cui il confratello appartiene e proprio questo aspetto sta portato ad indagini approfondite da parte dell’Inquisizione: inizialmente infatti si pensava che l’insegna fosse rappresentativa della Compagnia, ma ciò risulta palesemente in contrasto con il fatto che i numeri di squadra sullo spallaccio non vanno unicamente da I a X come prescritto dal Codex Astartes, ma esistono testimonianze che affermano che le squadre all’interno della compagnia siano almeno 20. Sembrerebbe inoltre che anche i Veterani sia in armatura potenziata che in armatura Terminatores ostentino sulla ginocchiera destra la stessa araldica dei confratelli in armatura potenziata aumentando ancora il già considerevole numero degli effettivi".
Varo osservò l'insofferenza del Magister Consilium rivelarsi in un cambio di posizione sullo scranno. Era da parecchio che il vecchio Magister  cercava di far dichiarare gli Araldi eretici ma la sua linea era avversata anche da parecchi altri inquisitori della sua stessa corrente, un puritanesimo intransigente e incapace di una visione più ampia di quella che doveva essere, secondo Varo, la lotta all'eresia. Mentre i poteri perniciosi divoravano pianeti e assorbivano miliardi di anime l'Inquisizione dibatteva sul colore degli spallacci o sui fregi che gli Astartes potevano o non potevano indossare. Per cercare di mantenere buoni rapporti col Capitolo che comunque continuava a perseguire gli obiettivi assegnati dall’Ordo Xeno, anche se con una libertà di manovra talvolta al limite del tollerabile, Varo e la sua congrega radicale accettavano, anche se con qualche riserva, le libertà con cui gli Araldi fregiavano le loro Armature Potenziate. Il tecnoservitore descriveva minuziosamente le motivazioni per cui, anche se l’insegna sulla ginocchiera fosse rappresentativa di una Crociata specifica e pertanto comune a tutti i confratelli, anche di varie compagnie raggruppate sotto un unico comando, come accadeva per i Templari Neri o altri “Capitoli Crociati”, e questo dava motivo ai puritani di affermare invece che gli Araldi, anche se non era possibile stimarne l’esatto numero, stessero ricostituendo una Legione in barba ai dettami di Guilliman e dei Sommi Signori della Terra e sarebbero dovuti essere perseguitati e distrutti al pari degli Artigli Astrali con l’accusa di Legionismo.
Legionismo, argomento delicato.
Il Magister Consilium chiese la parola.
"Aggiorno la seduta affinché il Consiglio possa deliberare sulle nuove informazioni di cui è venuto a conoscenza in data odierna. I Fratelli Inquisitori saranno avvisati su quando avverrà il prossimo dibattimento. Dichiaro la seduta chiusa".
Mentre le lente figure togate erano ancora intente ad abbandonare la sala, seguiti da uno stuolo di tecnoservitori e servoteschi, Varo era già in comunicazione col suo primo pilota Cassius.
"Prepara l'Arvus, Cassius, piano di volo: da Palazzo Inquisitorio Crisoelefantino a Thermae Eleniane.
Dall'altra parte della città di Leptis Magna, nel calidarium delle opulente e raffinate Thermae Eleniane, il Maestro Capitolare degli Araldi, il comandante Tchesco Kosent, sedeva immobile tra i vapori aromatizzati in attesa dell'Inquisitore.

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