sabato 7 novembre 2015

Bogaden, Lord Necrontyr - Cap. 1 (di L. B.)

IL PREZZO DELL’IMMORTALITA’
Nashir stava controllando per la 458esima volta le coordinate spazio temporali del salto della flotta. La tecnologia Necron dei viaggi spaziali è sempre stata un mistero e i nemici delle Dinastie non sono mai riusciti a capirla e forse non ci riusciranno mai, questo era il pensiero dell’antico Cryptek che, nel controllare il terminale, riusciva anche ad elaborare teorie tecnografiche sulla possibilità del recupero dell’anima.
Questo concetto, da sempre al centro di alcuni suoi studi sin dai tempi della Grande Guerra contro gli Antichi, fu il primo input che il suo cervello meccanico rielaborò all’epoca del suo risveglio, datato oramai a 547 anni fa.
Ciò che il Re Silente aveva deciso per l’intera stirpe dei Necrontyr, infatti, non aveva solo eliminato dal pensiero il concetto stesso di morte ma aveva eliminato una caratteristica degli esseri viventi talmente incalcolabile e imprevedibile, come l’anima per l’appunto, che erano solo pochi i Necron a rendersi conto della sua mancanza.
Per molti Necron senzienti era un aspetto dell’essere vivente assolutamente marginale, anche nell’epoca in cui era la carne a ricoprire le ossa, e ancor di più adesso che la carne era solo un lontanissimo ricordo a cui si aggrappavano quei folli del culto dei Flayed Ones, o almeno questo era il pensiero più diffuso.
«E se invece fossero gli unici, i Flayed Ones, ad aver capito come scoprire il segreto ultimo della nostra stirpe, ovvero la nostra perduta anima?» Per un intervallo, non definibile da una mente che non fosse Necron, Nashir smise di elaborare e i suoi sistemi si arrestarono all’unisono. Era spento, o almeno così direbbero gli umani.
Nel suo laboratorio gli scarabei si allertarono all’improvviso, e si avvicinarono alla postazione del Cryptek perché le loro istruzioni prevedevano la ricerca e la risoluzione del guasto.
In quel momento entrò Bogaden. Il Lord, per ordine del Lord Supremo Khaled, voleva sapere in che momento ci sarebbe stato il salto spaziotemporale e a quali coordinate tecnografiche era previsto l’arrivo per l’invasione del sistema umano Pirkus. L’ambizioso nobile Necrontyr conosceva Nashir da eoni, ancor prima che la sua carne diventasse metallo e sapeva benissimo che lo scienziato era a dir poco eccentrico.
Con un gesto della sua mano metallica, gli scarabei si diressero alla cervice del collo per riattivare il Cryptek ma ciò che ottennero fu una scarica che bruciò i circuiti interni dei piccoli insetti cibernetici. La mano di Nashir afferrò all’improvviso quella di Bogaden, che nel frattempo si era avvicinato, e l’unico occhio del cranio si illuminò. Dal suo apparato vocale uscirono queste parole: l’Anima è la parte vitale e spirituale di un essere vivente, comunemente ritenuta distinta dal corpo fisico. Tipicamente veniva assimilata al respiro (donde la sua etimologia). Originariamente espressione dell'essenza di una personalità, intesa come sinonimo di «spirito», o «io»……….«io»……….«io»……….«io»……….«io»……….«io»……….«io»……….«io»……….«io»……….
Il loop si interruppe.
Nashir riprese coscienza di sé e anticipò la domanda di Bogaden, confermando la partenza in 27,641 secondi a partire da quel momento…
La durata di un viaggio spaziotemporale Necron è inquantificabile, lo si può calcolare solo in modo approssimativo anche se è un Necron ad effettuare l’equazione. Ma si sa che in tutte le equazioni possono esserci delle variabili non completamente specificate e in quel momento spaziotemporale avvenne il paradosso non calcolato.
Una parte della flotta non era stata “spostata” nel viaggio e quelle poche navi che avevano fatto il salto si stavano velocemente disgregando a livello molecolare nella profondità dello spazio. Tre furono le navi sopravvissute e due si erano disintegrate.
Era concettualmente impossibile, matematicamente sbagliato, logicamente assurdo ma stava accadendo. Nashir ebbe uno dei suoi stalli per eccesso di traffico dati e si spense ancora, forse per sempre. Bogaden convocò la sua guardia d’onore ordinando di raccogliere le spoglie di Nashir e di far imbarcare nelle Night Scythe dell’hangar più soldati possibile prima di essere smaterializzati nell’incrociatore classe Harvest.
Pochissime navicelle riuscirono a partire dall’hangar e il vuoto cosmico che si venne a creare disabilitò, con un’onda d’urto, tutti i sistemi degli occupanti e delle stesse navi. Bogaden e i suoi erano stati spenti da qualcosa e si ritrovavano alla deriva.
Fortunatamente il campo gravitazionale di un pianeta attirò alcune Night Scythe sulla superficie. I sistemi erano fuori uso. Nel buio e nel silenzio però, due occhi di un cranio metallico si accesero…

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