SPERANZA
Gabriel Reckart non si fidava completamente di Pessimus, nonostante l'effige dell'Inquisizione che portava incisa sull'armatura Terminator pesasse come un macigno sul suo giudizio. I modi, le maniere, il suo linguaggio, non erano consoni ad un Inquisitore.
Il Justicar aveva sentito parlare di Revantina XXXIX dal Gran Maestro Covan Leorac della 7a Confraternita, che nei secoli precedenti aveva combattuto molte volte al fianco dell'Ordo Malleus, e una volta gli capitò anche di collaborare con un Inquisitore Revantino, tale Gaius "Il Severo" Ferreus, che aveva dimostrato un fanatismo incrollabile nei confronti dell'Imperium, tale da sfociare a volte in atti al limite della malvagità.
Il Maestro Leorac raccontava che Revantina XXXIX costituiva un "unicum" all'interno dell'Inquisizione, un braccio armato che si occupava di missioni e affari al limite dell'eresia, «e per combattere al limite del male Fratelli» disse un giorno Leorac «bisogna conoscerlo, cibarsi di esso, conviverci. Non giudicate dalle apparenze, diffidate delle loro eccentricità, i Revantini costituiscono un baluardo di confine tra la salvezza e ciò che combattiamo da diecimila anni!».
Reckart rinsavì dai suoi pensieri quando l'Arvus atterrò nei pressi di rovine Xeno e il Servoteschio Paride avvisò l'equipaggio che la meta era stata raggiunta.
«Le mie ricerche, iniziate oramai da 15 anni, ci hanno portato qui. D'ora in poi tutto ciò che vedremo e combatteremo sarà nuovo anche per me, Reckart».
Il tono dell'Inquisitore si era fatto particolarmente cupo, e il Justicar avrebbe potuto percepire quasi del timore, ma fu una sensazione che durò un istante. I Grey Knights e i subumani che facevano parte del seguito inquisitoriale scesero dal veicolo.
Un edificio enorme si stagliava di fronte a loro, circondato da altri edifici oramai in rovina da chissà quanti secoli; sulla sommità di una torre vi era un'antenna che sembrava fosse ancora alimentata da qualche fonte energetica; davanti a quello che rimaneva dell'entrata, una miriade di manufatti sferici semitrasparenti andava a formare una sfera più grande cangiante che fluttuava a un metro da terra.
Una "composizione xeno" che si scompose all'unisono appena gli Imperiali, varcarono la soglia di un edificio distrutto, attivando inavvertitamente una sorta di allarme acustico, un sibilo ad ultrasuoni che un umano non avrebbe mai percepito ma i sistemi auditivi potenziati delle armature di Reckart e i suoi fratelli si.
Questi congegni ricordavano a Duncan quei fastidiosi droni Tau affrontati sul pianeta Xerses II qualche decade prima, ma i loro movimenti erano molto più rapidi. Il loro scopo era chiaro: fungere da sentinelle per il sito archeologico. Al centro del gruppo vi era un "drone" più grande degli altri che pulsava di energia violacea e che sembrava molto, molto pericoloso.
I due piccoli contingenti capeggiati da Reckart e Pessimus cominciarono ad avanzare verso l'entrata dell'edificio principale sfruttando tutte le coperture possibili contro il fuoco delle sentinelle. Nonostante il fuoco concentrato del cannone psionico di Duncan e dei Requiem dei suoi fratelli, la grande sentinella sembrava invulnerabile. Stessa cosa dicasi per quelle ingaggiate dal contingente inquisitoriale che riuscivano sempre a schivare i colpi. Poi arrivò dalle retrovie un boato, l'aria si riempiò di energia elettrostatica ed una gigantesca bolla di plasma arrivò addosso a quattro sentinelle vaporizzandole.
«Possono morire allora!» esclamò nel com-link Pessimus «il nostro obiettivo è la torre di comunicazione, indugiare significherà la morte per noi Reckart!», il tono fiero e severo colpì il Justicar che, infervorito, assaltò la grande sentinella ma senza riuscire mai a colpirla. Nonostante la mole, Reckart capì che il congegno riusciva in qualche modo a prevedere i suoi movimenti. Doveva cambiare approccio e stile di combattimento.
Ma fu proprio nel momento in cui il Grey Knight si trovava assorto nei suoi pensieri che il costrutto lanciò una saetta che colpi in pieno petto l'armatura Terminator, provocando una scarica talmente forte da far ribollire il sangue di Gabriel, un uomo sarebbe rimasto incenerito...
Intanto i suoi compagni erano arrivati tutti in corpo a corpo con queste dannate sentinelle e lentamente venivano annientate, mentre l'Inquisitore Pessimus, sotto il fuoco preciso e letale del servente biomeccanico Moobootoo, riuscì ad entrare nell'edificio.
La sua enorme guardia del corpo, un ogre bioingegnerizzato da assalto, era rimasto impegnato con alcune sentinelle...Pessimus era da solo.
Reckart ne era ben conscio, ma il suo avversario era davvero tenace; diede un ordine repentino a fratello Duncan di coprire l'avanzata dell'inquisitore con il Cannone Psionico e a fratello Parsifal di fungere da scorta per il VIP.
Nell'arco di un minuto, tutte le sentinelle erano state distrutte, Reckart era riuscito a infliggere un colpo mortale, piantando la sua alabarda Nemesis nel corpo del costrutto, e cominciò la difficoltosa salita verso la torre di comunicazione.
Diede disposizione ai suoi di posizionarsi in settori ben precisi e monitorare la zona in caso di nuovi movimenti ostili. Infine giunse sulla sommità della torre quando Pessimus stava già armeggiando con delle complicate strumentazioni.
L'inquisitore, con l'aiuto del servoteschio Paride, stava decifrando i complicati simboli quando premendo un tasto, la fortuna a volte aiuta gli audaci, si azionò la parabola direzionale. Trovare la frequenza per comunicare con la Vipiennas fu a quel punto molto semplice.
“Ho ripristinato il collegamento con la mia nave. Direi che si tratta solo di tempo, ora”.
Reckart si trovava a fianco dell'Inquisitore. Le due figure rimasero immobili una di fronte all’altra. Due statue di metallo e ceramite, una argentata e l’altra brunita. Un’aria sporca e un sole malato completavano quel quadro che rappresentava tutta la gloria dell’Imperatore. Pessimus si sentì stringere il cilicio e abbandonò quei pensieri di potenza e vittoria.
“Sono il Comandante Ieromanlius, ordinate dominus”.
“Fate scendere un Falco da trasporto. Abbiamo bisogno di un medicus, gruppi di manutenzione per le armature, ripristino di munizioni e celle energetiche. Il tutto per me e la mia squadra e inoltre un gruppo di ripristino completo per armi e armature astartes…”
“Astartes, dominus?”
“Hai capito benissimo, Ieromanlius. Astartes, e per la precisione Cavalieri di Titano”.
“Comprendo, dominus, i tecnoservitori sono già all’opera.”
Terminata la comunicazione con la Vipiennas il gruppo di Imperiali si stabili nel sito cercando risorse, munizioni e quant'altro. Nel corso dei giorni successivi, i tecnoservitori della Vipiennas installarono nuovo equipaggiamento di supporto agli Astartes in modo da renderli ancora più letali. Invenzioni di Pessimus in realtà. L'Inquisitore infatti confidò a Reckart che si dilettava ad inventare strumenti di morte e non solo quando si annoiava.
Un giorno, mentre Paride armeggiava nel decifrare le strumentazioni ci fu un impercettibile gracchio al che Reckart fece un cenno con la mano.
«Ritorna sulla frequenza precedente...» il servoteschio obbedi.
«...qui fratello Bren e Gunther....fzzzzzzzzzzz......richiesta di evacuazione...siamo senza munizioni...c'è qualcuno in ascolto? passo... siamo in territorio ostile...fzzzzzzzzzzz... non sappiamo come sia possibile ma siamo accerchiati da....ffzzzzzzzzzz....nidi.......che l'Imperatore ci protegga».
Reckart impallidì; altri superstiti, in un mondo sconosciuto...forse un segno di speranza? Il Justicar comunicò ai suoi fratelli di battaglia che c'erano dei sopravvissuti.
«Inquisitore.....» Pessimus annui «Reckart non ha bisogno neanche di dirlo, i miei rinforzi stanno arrivando dalla Vipiennas, sarò al sicuro. Devo vederci chiaro, ci sono ancora troppi misteri in questa struttura. Mi troverà qui al suo ritorno, non deve temere nulla. Che la luce dell'Imperatore vi possa guidare».
Gabriel Reckart fece un inchino con il capo e partì al di là delle mappe segnate dell'Inquisitore, lasciandosi alle spalle quelle poche sicurezze che erano maturate e dirigendosi ancora una volta verso l'ignoto...
Fin da subito Pessimus capì che quella torre era molto più di una stazione di comunicazione. Il complesso alfabeto Xeno stava assumendo una sua forma ed era molto vicino alla soluzione. Qualcosa era certo: non era una struttura di "comunicazione" come erroneamente era stata tradotta in precedenza ma di "contenimento"...per cosa?
Nessun commento:
Posta un commento